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Colosseo, inchiesta sui bagarini che usavano i bot per rivendere i biglietti

A seguito delle segnalazioni di RomaToday a luglio, l’Antitrust ha avviato un’indagine sul fenomeno del rialzo dei prezzi dei biglietti online, concentrandosi su cinque aziende che forniscono il servizio di vendita dei biglietti per il Parco Archeologico del Colosseo. Questo include l’Anfiteatro Flavio-Colosseo, il Palatino, il Foro Romano e la Domus Aurea.

L’indagine si è concentrata su CoopCulture, Musement, GetYourGuide, Tiqets e Viator. Questa mossa segue le indagini precedenti di Dossier che hanno messo in luce la questione. Al centro dell’indagine c’è la difficoltà nel comprare i biglietti per entrare nel Colosseo attraverso CoopCulture, la cooperativa responsabile del servizio di biglietteria. Questo perché i biglietti verrebbero acquistati in blocco da rivenditori online che abbinano l’ingresso a visite guidate, causando un aumento dei prezzi e impedendo ai visitatori di acquistare i biglietti in modo indipendente a prezzi standard attraverso la piattaforma CoopCulture.

Prezzi dei biglietti da 18 a 68 Euro

L’Antitrust ha fornito esempi specifici per illustrare la questione. Ad aprile, mentre il prezzo ufficiale del biglietto era di 18 euro (16 euro per l’ingresso + 2 euro per il diritto di prevendita), Tiqets vendeva i biglietti a partire da 35 euro per la stessa data (28 aprile 2023) con accesso prioritario (saltando la fila). Su Musement, il prezzo saliva addirittura a 68 euro per la stessa data, comprensivo di visita guidata in inglese.

Notifica ufficiale dell’avvio dell’indagine

L’11 settembre l’autorità italiana garante della concorrenza e del mercato ha ufficialmente avviato la procedura pubblicando un avviso sul bollettino settimanale. Ciò implica che le informazioni raccolte e verificate finora dall’Antitrust non sono sufficienti per concludere il processo, e l’indagine continuerà per raccogliere ulteriori prove.

Secondo l’Antitrust, dall’inizio del 2022, con il superamento della pandemia e il ritorno ai flussi turistici normali nella capitale, è diventato sempre più difficile per i visitatori ottenere i biglietti per visitare il Colosseo. Ciò è dovuto all’assenza di biglietterie fisiche presso gli ingressi del sito fino al maggio 2023. I biglietti emessi dal rivenditore ufficiale, CoopCulture, tramite il loro sito online, si esauriscono entro pochi minuti dalla messa a disposizione a causa dell’assenza di meccanismi per limitare gli acquisti in blocco da parte di sistemi automatici di acquisto dei biglietti.

Bot per acquistare e rivendere i biglietti a prezzi più alti

L’indagine dell’Antitrust ha rivelato che i biglietti per il Parco Archeologico del Colosseo sono raramente disponibili sul sito ufficiale di CoopCulture. Invece, vengono principalmente venduti su piattaforme di altri operatori (come GetYourGuide, Viator, Tiqets, Musement) che li acquistano utilizzando sistemi automatici di acquisto dei biglietti (i cosiddetti “bot”). Queste piattaforme rivendono poi i biglietti a prezzi più alti sui propri canali. Questa pratica impedisce gli acquisti diretti sul sito ufficiale a chiunque, sia esso visitatore singolo, gruppo turistico o guida turistica, interessato a visitare i monumenti inclusi nell’area. Inoltre, la vendita dei biglietti su queste piattaforme di terzi è spesso inevitabilmente legata a servizi aggiuntivi di guida turistica, rendendo impossibile l’acquisto solo del biglietto d’ingresso al Parco Archeologico del Colosseo.

Rischio di sanzioni in caso di mancata fornitura di documentazione

L’Antitrust ha notificato alle società l’avvio della procedura, chiedendo contemporaneamente una serie di documenti e informazioni “per acquisire conoscenze utili alla valutazione della pratica commerciale descritta”, tutto entro 20 giorni dalla pubblicazione dell’avviso. Il mancato rispetto potrebbe comportare una sanzione amministrativa da 2.000 a 20.000 euro se le entità rifiutano o omettono, senza giustificato motivo, di fornire le informazioni o i documenti richiesti. Inoltre, potrebbe essere comminata una sanzione da 4.000 a 40.000 euro se le entità forniscono informazioni false o documenti non veritieri.

Alessia Manoli

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Alessia Manoli
Tags: apertura

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